Le donne immigrate sono sempre più spesso causa di incendi dolosi!

Un rapido esame dei casi considerati fino ad oggi in questa sede, che erano quello di Violeta Mihaela Senchiu e di riflesso quello di Ion Cazacu, potrebbe far pensare che togliere di mezzo gli incomodi ricorrendo alla vivicombustione fosse una pratica che gli italiani riservavano ai cittadini della Repubblica di Romania.
Per fortuna il signor Gianfranco Zani di Sabbioneta, uno delle decine di migliaia di appassionati della bottiglia stupidi e cattivi che la Padania non cessa di produrre (forse è questo che si intende quando la si definisce la zona più produttiva del paese), ha dimostrato il 23 novembre 2018 che la pratica, volendo, può essere estesa anche ai cittadini della Repubblica Slovacca.
Dalla Repubblica Slovacca viene Silvia Fojticova, moglie in via di separazione del signor Zani. Il signor Zani, a detta della moglie, non era proprio una personcina delle più accomodanti; oltre a essere “sempre ubriaco, notte e giorno” pare fosse manesco ed aggressivo al punto che la Fojticova con i tre figli aveva cercato un’altra sistemazione e un giudice gli aveva anche intimato di tenersi alla larga dalla casa di famiglia.
Chissà se il signor Zani si era risolto anche lui a dormire in macchina come tanti padri separati.
Intanto che noi paghiamo le schede telefoniche ai negri, ovviamente.
Rispetto a Gimino Chirichella, spacciatore e magnaccia dal nome ridicolo che ha bruciato viva Mihaela Senchiu, il signor Zani avrebbe avuto anche la delicatezza di avvertire in anticipo la moglie di certi propositi. Salvo poi calcolare male tempi e modi dell’azione perché nell’incendio della casa è morto solo il figlio undicenne Marco.
Ma da un pur operoso artigiano lombardo che sfoggiava tetre felpette della Marina Militare e che per anni ha scribacchiato su Facebook rare e insulse noterelle zeppe di errori di ortografia non era realistico pretendere maggiore accuratezza.

Orrore a Taranto: getta la figlia dalla finestra e accoltella il figlio!

Il 7 ottobre 2018 un tale di Taranto ha gettato da un balcone al terzo piano la propria figlioletta e ha accoltellato il figlio più grande.
Pare che abbiano persino cercato di linciarlo.
Dal Ministro dell’Interno, che almeno sui social media è uno che si impiccia di ogni questione (specie se non lo riguarda) non è venuto neanche un bah.
Il fatto è che l’arrestato sarebbe un padre separato.
Non è dato sapere se dormisse in macchina oppure no, ma sempre di padre separato si tratta. Vale a dire dell’esponente di una categoria negli ultimi anni molto presente nel ciarliero e inutile mondo del web, e che è bene non contrariare, visto il clima da campagna elettorale permanente.
Fino a sei mesi fa, la Lega non avrebbe certo usato simili riguardi.
Avrebbe additato ad alta voce al disprezzo dei suoi l’ennesimo caso di terrone animale che non si lavava, il solito irresponsabile che al primo rovescio della sorte cerca di togliersi d’impaccio spaccando tutto.
Uno di quelli cui sarebbe stato meglio avesse pensato il Vesuvio!

Col reddito di cittadinanza basta padri separati italiani che dormono in macchina!

All’inizio di ottobre 2018 il governo affronta la questione del “reddito di cittadinanza”, un’idea cui il Movimento 5 Stelle deve una parte molto consistente della propria fortuna elettorale.
Sparite le necessità elettorali, pare che questa misura prenderà grosso modo la forma di una tessera annonaria o dei food stamp americani che negli USA spettano al 20% della popolazione.
Di Maio ha fatto sapere che i fondi della tessera non saranno utilizzabili per l’acquisto di generi immorali e che dunque non saranno utilizzabili per l’acquisto di Tavernello, Gaiosello e altre immoralità dello stesso genere.
L’inverno si avvicina, e i padri separati italiani che dormono in macchina dovranno quindi trovare un altro modo per scaldarsi.
Tra l’altro esiste anche un altro problema: i fondi del reddito di cittadinanza potranno essere accumulati così da consentire l’acquisto di una macchina per dormirci dentro anche ai padri separati che ne fossero sprovvisti? Perché uno dei problemi che ha infuocato la campagna elettorale era proprio questo: ci sono padri separati italiani che dormono in macchina, e noi paghiamo le schede telefoniche agli immigrati.
Nonostante la buona volontà del governo, rischia di crearsi una situazione in cui col reddito di cittadinanza i padri separati italiani continueranno a dormire in macchina (sempre che ce l’abbiano) e gli immigrati a comprare tutte le schede telefoniche che vogliono perpetuando un’ingiustizia bella e buona.
Una soluzione potrebbe essere quella di considerare immorali le schede telefoniche.
Inutile pensare che in Italia qualcuno consideri immorale dormire in macchina: arrivare a concepire qualcosa del genere è da persone serie e l’elettorato italiano ha dato amplissima e pluridecennale prova di non avere nulla a che fare con la serietà.